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Articoli filtrati per data: Giugno 2014

Stephanotis: il Gelsomino del Madagascar

Conosci lo Stephanotis?

E se ti dicessi che si tratta di quella deliziosa pianta rampicante, dai piccoli fiori bianchi e profumati, che non chiamiamo Gelsomino?

Nonostante venga spesso utilizzata per decorare muri e ringhiere, lo Stephanotis è del tutto sprovvisto di viticci che gli consentano di aggrapparsi ad una qualsiasi superficie. Se vogliamo utilizzarli come rampicanti, dobbiamo provvedere noi stessi a legare la pianta per darle il portamento regale che tanto l’ha resa famosa e apprezzata tra gli appassionati di giardinaggio.

La Stephanotis Floribunda è la sua variante più nota ed è originaria del Madagascar.

Fioritura del Gelsomino del Madagascar

In condizioni normali, la pianta fiorisce in primavera e prolunga la sua fioritura per tutta l’estate. Il suo frutto impiega circa un anno per raggiungere la maturazione completa, non è commestibile e contiene al suo interno dei semi piumati.

Temperatura ed esposizione

Nonostante sia una pianta di facile coltivazione, la sua origine tropicale la porta ad avere la necessità di ambienti caldi e umidi. Ama la luce, ma non tollera l’esposizione diretta al sole.

Nelle stagioni calde sarebbe meglio mantenere le temperature intorno ai 21°C, mentre in autunno/inverno non devono scendere sotto i 13°C, se non per brevissimi periodi.

Annaffiatura, terreno e concimazione

L’annaffiatura generosa deve permettere al terreno di mantenersi sempre bagnato nel periodo primaverile/estivo, mentre con l’arrivo del clima freddo dev’essere appena umido. In entrambi i casi, la pianta non tollera i ristagni idrici e l’acqua calcarea.

Il rinvaso va effettuato ad inizio anno, scegliendo dei vasi via via più grandi, con una crescita graduale fino ad un massimo di 20 cm. Il terreno ideale è un mix tra terriccio fertile e sabbia grossolana, così da favorire il drenaggio.

La concimazione dello Staphanotis è prevista durante il periodo primaverile ed estivo, aggiungendo del concime liquido all’acqua d’irrigazione, ogni due settimane.

Accortezze per la potatura

Ad inizio della primavera vanno eliminati gli steli troppo lunghi. A taglio effettuato noteremo subito un’abbondante fuoriuscita di latice, da tamponare con acqua fredda.

Gli attrezzi per la potatura vanno sempre disinfettati precedentemente, meglio se sulla fiamma.

Fonte fotografica: flowersbg.net

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Citronella e Aloysia citrodora: usi e coltivazione

La citronella, conosciuta anche come Lemon Grass, appartiene alla famiglia delle Graminaceae

È una pianta cespugliosa il cui fusto può raggiungere fino ad un metro di altezza. Le foglie nastriformi e ricadenti sono color verde intenso e, così come il fusto, emanano il caratteristico odore agrumato.

Questa erbacea sempreverde è originaria dell’Asia meridionale, dove il suo olio essenziale è tutt’oggi utilizzato nella medicina orientale e come repellente per le zanzare.

Nei vivai, al suo posto, troviamo spesso l’Aloysia citrodora, commercializzata come citronella. Questa specie appartiene alla famiglia delle Verbenaceae ed è originaria del Sud America. Il suo fusto legnoso può raggiungere fino a due metri e mezzo, con foglie verdi e ruvide, e dei piccoli fiori bianco-violetti dal sapore e odore di limone.

SEMINA E COLTIVAZIONE

L’Aloysia citrodora non sopporta le temperature sotto lo zero, per questo va coltivata in vasi che permettano di spostarla in luoghi più caldi e protetti.

La semina richiede un luogo riparato, con una temperatura intorno ai 15°C. I semi, generalmente, impiegano meno di un mese per germinare. Una volta sviluppate, le piantine possono essere trapiantate in piccoli vasi e messe a dimora solo dopo due anni.

È una pianta che ha bisogno di molta acqua e di un terreno in grado di mantenersi umido senza provocare ristagni.

Non necessita di potatura, ma solo dell’eliminazione dei rami e delle foglie secche.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE DELLE FOGLIE

Se vuoi utilizzare le foglie dell’Aloysia citrodora, puoi raccoglierle nel periodo estivo, quando la pianta è in piena fioritura, per lasciarle essiccare in un luogo fresco e al riparo dal sole. Se conservate in un barattolo di vetro, dovrebbero mantenere il loro tipico profumo agrumato per almeno due anni.

USI IN CUCINA

Le foglie di erba limoncina, fresche o essiccate, vengono utilizzare per la preparazione di tisane e infusi.  È frequente anche l’utilizzo in cucina come spezia o per la preparazione di liquori e marmellate.

Nonostante sia un ottimo digestivo e antispasmodico, l’uso prolungato può provocare gastriti e altri disturbi allo stomaco.

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE

La cedrina è in grado di combattere febbre, raffreddore e asma. Dona sollievo in caso di indigestioni e coliche. Riduce i problemi legati all’acne.

Il suo olio essenziale ha effetti rilassanti e stimola l’appetito. Viene utilizzato nel trattamento dell’insonnia nervosa e contro le palpitazioni cardiache dovute allo stress.

 

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Verbena: coltivazione e crescita

La pianta di verbena appartiene ad un genere di piante erbacee annue o perenni, della famiglia delle Verbenaceae.

Il suo fusto è quadrangolare, mentre le foglie sono dentare, opposte e alterne, con nervature molto visibili. Il fiore ha un calice composto da 4 o 5 sepali, con una corolla di altrettanti petali dalla forma irregolare.

È un genere che nasce spontaneamente in America, dal Canada al Cile. Conta diverse specie, ma quelle coltivate in vivaio tendono a sopportare peggio le temperature invernali, nonostante esistano in commercio delle varietà in grado di sopravvivere al gelo.

Le verbene ibride sono il genere più diffuso in Italia, con foglie piccole, rugose e ruvide. I fusti tendono a diventare tapezzanti ricadenti. La loro fioritura è molto prolungata e dallo sviluppo rapido, che consente di ricoprire molto presto anche delle aiuole molto ampie. Spesso però, la verbena viene coltivata in vaso e appesa, per godere meglio dell’effetto a cascata dei suoi rami.

Coltivazione della Verbena

Le verbene ibride devono la loro diffusione alla loro facilità di coltivazione. È sufficiente porle a dimora in una zona che gli consenta di godere di almeno qualche ora di luce solare diretta ogni giorno, annaffiandole quando il terreno è asciutto. Un’esposizione poco soleggiata può portare ad una scarsità dei fiori, ma un clima troppo caldo e asciutto può danneggiarle. Se vivi in una regione con temperature estive molto calde, posiziona le verbene in una zona in cui ricevano solo il sole del mattino.

Per la concimazione va utilizzato un fertilizzante per piante da fiori, da aggiungere ogni 15 giorni all’innaffiatura.

La Verbena come pianta officinale

Nell’antichità, gli infusi di verbena venivano utilizzati contro i calcoli renali. La verbena officinalis è diffusa in tutta Europa ed è una pianta che contiene molti principi attivi che contrastano i problemi di calcoli renali, infiammazioni e le forniscono proprietà diuretiche, analgesiche e antispasmodiche.

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Surfinea: origini, cure e significato

La surfinea è un ibrido derivato dall’incrocio tra Petunia nyctaginiflora e Petunia violacea, appartenente al genere Petunia e alla famiglia delle Solanaceae. Questa pianta, originaria del Brasile, è giunta in Europa nel XIX secolo grazie agli studi botanici in zone sconosciute, alla ricerca di nuove specie.

Forma e struttura

La surfinea è una petunia pendula; una particolare specie di erbacea molto ramificata. È interamente ricoperta da una fitta peluria, nonostante i tentativi degli ibridatori di eliminarla nel corso delle loro sperimentazioni. I fiori hanno una caratteristica forma ad imbuto, sono coloratissimi e possono essere anche venati, dal margine ondulato con una colorazione differente rispetto al centro. In commercio, grazie alle attenzioni degli ibridatori, è possibile trovarne di tutte le dimensioni. Le sue foglie sono ovali, di un verde chiaro, e ricoperte anch’esse di una fitta e delicata peluria.

È una pianta estremamente rigogliosa, dalla fioritura abbondante che va da giugno sino alla fine di ottobre. È particolarmente adatta per vasi e fioriere da balcone.

Esposizione e temperature

La surfinea non ama l’ombra, ma, diversamente dalla petunia, riesce a fiorire anche senza l’esposizione diretta alla luce solare. Tollera poco gli spifferi, ma i suoi fiori resistono bene ad acqua e temporali, tornando alla loro forma originale non appena asciutti. Sopporta bene il caldo e molto poco il freddo che può portarla ad un rapido deperimento.

Terreno, messa a dimora e rinvaso

Nonostante la surfinea riesca a crescere in qualsiasi terreno, è preferibile utilizzare un substrato fertile, non calcareo e ricco di materiale organico. Per favorire il drenaggio si può utilizzare un mix di terra e sabbia.

Il periodo ideale per la messa a dimora è intorno alla fine di maggio/primi di giugno. In primavera è possibile anche effettuare il rinvaso, scegliendo un vaso leggermente più grande di quello precedente.

Annaffiatura

L’annaffiatura della surfinea va effettuata ogni due o tre giorni. Si tratta di una pianta che ha bisogno di molta acqua e che soffre la siccità per cui, in periodi di forte caldo, potrebbe essere necessario annaffiarla tutti i giorni, ma senza eccedere nelle quantità. È importante che il terreno risulti umido, ma non zuppo d’acqua. Teme i ristagni ed è per questo che bisogna aspettare che il terreno sia asciutto prima di annaffiarla nuovamente.

Un’annaffiatura troppo abbondante può portare alla formazione del marciume del colletto, uno dei problemi più diffusi per questa specie. Viceversa, la scarsità d’acqua porterà all’ingiallimento delle foglie.

Concimazione

Durante l’innaffiatura, aggiungi all’acqua del concime liquido per piante da fiori o con un concime specifico per le surfinie (generalmente a base di fosforo, ferro, potassio e boro). La concimazione va effettuata in maniera regolare ogni 10 giorni.

Potatura

Per la potatura e l’eliminazione delle parti secche bisognerà aspettare la fine di luglio. Tagliando la surfinia a metà lunghezza eviterai di danneggiarla, favorendone il ricaccio dei nuovi steli. Nel periodo immediatamente seguente a queste operazioni, è meglio sospendere l’annaffiatura per almeno 15 giorni, riprendendola parallelamente alla nascita dei nuovi germogli.

Parassiti e soluzioni

Gli afidi sono il maggior nemico della nostra pianta di surfinea perché ne danneggiano sia le foglie sia i fiori. Per risolvere il problema è necessario lavare la pianta accuratamente e usare un insetticida specifico.

Il ragno rosso, invece, attacca principalmente le foglie che di conseguenza assumono un colore grigiastro e poco sano, tendente al giallo. Anche in questo caso sono necessari dei prodotti specifici. 

Simbologia nel linguaggio dei fiori

Ogni pianta ha il suo linguaggio. Nel caso della surfinea, la sua fioritura abbondante e appariscente l’ha portata a essere eletta come simbolo di un amore che non può essere nascosto agli occhi e al cuore. È il regalo perfetto per una persona a cui si vuole molto bene e a cui si è legati da affetto sincero.

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