Menu

Articoli filtrati per data: Maggio 2025

SOS FORMICHE: repellenti naturali per ospiti indesiderati

Quante volte vi è capitato che le vostre piante fossero letteralmente assediate da un’intera legione di formiche?

I motivi possono essere svariati e se non si corre subito ai rimedi può addirittura essere necessario un rinvaso e un totale rinnovo del terreno per eliminare eventuali uova visibili ad occhio nudo come piccoli puntini bianchi.

Prima di correre ai rimedi più estremi, è importante sapere che non è sempre necessario utilizzare pesticidi artificiali. Esistono infatti alcuni semplici rimedi, del tutto naturali, per allontanare gli ospiti indesiderati delle vostre piante, eccone alcuni:

1. Spruzzate alcune gocce di limone intorno alla zona interessata e, se si tratta di una pianta da interni, pulite il pavimento con un detergente naturale a base di limone e aceto diluiti in acqua.

2. Le formiche sono sensibili all’odore dei cetrioli. Spargetene alcune bucce per tenerle lontane dal vostro orto o dalla vostra cucina.

3. Anche le piante aromatiche come l’alloro e l’origano possono rivelarsi un ottimo rimedio per tenerle lontane dalla dispensa in cucina.

4. Le spezie come il peperoncino in polvere, i chiodi di garofano e la paprika piccante rappresentano un’alternativa altrettanto valida grazie al loro odore particolarmente intenso.

5. Foglie di menta o tè aromatizzato possono bastare ad allontanarle dai punti di ingresso come le finestre o le porte.

6. Prendete un mucchietto di sale o di borotalco e spargetelo intorno ai punti di interesse e lungo le vie d’accesso delle formiche. Vi basterà tracciare una linea continua per impedirgli di superare il confine.

7. Per allontanarle dal giardino potete piantare lavanda, lattughino o assenzio, validi repellenti naturali al pari degli agrumi.

Conoscete altri rimedi? Parliamone insieme sulla nostra pagina Facebook!

Leggi tutto...

AGAVE: molto più che succulenta

L’agave è un genere di piante appartenente alla più ampia famiglia delle Agavaceae originarie dei deserti d’America. Tra le sue tante specie, molte spiccano per la bellezza delle foglie carnose dai vivaci colori del verde e dalle tonalità sfumate dell’azzurro.

Come coltivarle?

Questo tipo di pianta cresce bene se esposta al sole sia nella stagione calda che in quella più fredda e le sue temperature ideali si mantengono tra i 20° e i 30° C.

Se decidete di farla crescere in vaso, è consigliabile spostarla all’aperto già dai primi tepori primaverili e per tutta la stagione estiva.

Un’annaffiatura regolare e parsimoniosa

Durante i mesi invernali, il terriccio dev’essere mantenuto leggermente, ma costantemente umido. Questa regola vale anche per il periodo primaverile ed estivo (fino a settembre) durante il quale è possibile riprendere un’annaffiatura regolare che permetta un terreno costantemente inumidito.

Un’annaffiatura equilibrata è importante per evitare i ristagni idrici nel sottovaso, che spesso si rivelano essere una delle prime cause di malattia di questa tipologia di pianta.
Per lo stesso motivo, mentre inumidite il terreno, evitate di lasciare acqua nella rosetta delle foglie.

Di vaso in vaso

Esistono agavi di diverse dimensioni. Per le piante più grandi è richiesto un rinvaso annuale ad inizio primavera, mentre per quelle più piccole è sufficiente spostarle in un nuovo vaso ogni due anni o tre.

Il nuovo vaso che andremo a scegliere dovrà essere leggermente più grande del precedente e meglio se realizzato in terracotta per favorire la respirazione del terreno.

Benessere della pianta: concimazione e potatura

Da aprile sino ai primi di ottobre si prosegue con una concimazione a base di concime liquido e acqua di irrigazione ogni tre settimane. È importante utilizzare un prodotto specifico per le cactaceae e sospendere le concimazioni durante la stagione fredda.

Generalmente l’agave non necessita di potatura. È però possibile eliminare le foglie basali che iniziano a seccare, a fine di evitare infezioni e malattie che si manifestano generalmente con macchie brune e piccoli parassiti bianchi. In questi casi è necessario utilizzare degli antiparassitari specifici e diminuire le irrigazioni.

Leggi tutto...

Pungitopo, agrifoglio e vischio: tre piante per un Natale fortunato!

Pungitopo, agrifoglio e vischio: tre piante per un Natale fortunato!Natale è periodo di auguri, regali e piccoli pensieri auspicio di buona fortuna. Arrivare impreparati ad una delle feste più sentite dell’anno potrebbe rivelarsi un errore imperdonabile, una svista che – quasi inevitabilmente – costringe a lunghe file alle casse, nei negozi, dai fiorai.
Per godere serenamente del clima di festeggiamenti o per decorare la nostra casa rallegrandola con i colori del rosso e del verde, ecco una guida facile facile per la scelta delle tre piante fortunate del nostro Natale:


PUNGITOPO

Il Ruscus Aculeatus, meglio conosciuto come “Pungitopo”, è un arbusto sempreverde che al posto delle foglie presenta dei cladodi, degli steli modificati; sono proprio queste foglie puntute che generano la fioritura primaverile e che, in inverno, fanno posto alle caratteristiche bacche rosse benaugurali.


AGRIFOGLIO

Il vero nome dell’Agrifoglio è Ilex Aequifolium, ma presenta diverse varianti più popolari come “alloro spinoso” e “pungitopo maggiore”. È una sempreverde coltivata come pianta ornamentale, ma in condizioni di crescita spontanea riesce a raggiungere anche i dieci metri d’altezza, assumendo le sembianze di un piccolo albero. Il verde delle sue foglie lucide e spinose, unito alle bacche rosse presenti sugli esemplari femminili, ne fa la pianta natalizia per eccellenza. Simboleggia la fortuna ed è proprio per questo che si presta ad essere il regalo ideale per le nostre festività e il grande protagonista di composizioni e centrotavola.


VISCHIO

Il vischio (viscum album) è una pianta cespugliosa priva di radici proprie, che si sviluppa a ridosso di altri alberi come querce, meli, pioppi e pini. Le sue piccole foglie arrotondate crescono in coppie opposte, mentre, con l’autunno, i fiori bianchi o verdi lasciano il posto alle bacche bianche o gialle. La sua propagazione avviene grazie agli uccelli che se ne nutrono intingendo il becco nella sostanza vischiosa che ne ricopre i frutti; il seme ed il suo involucro appiccicoso aderiscono poi ad un nuovo ramo o tronco quando il volatile proverà a ripulirsi strofinandosi sulla corteccia. Anche il vischio è simbolo di prosperità ed è per questo che, con il nuovo anno, è buona usanza scambiarsi un bacio tenendone un ramoscello sospeso sopra le proprie teste.
Tutte e tre queste specie sono protette da una normativa internazionale che ne vieta la raccolta non autorizzata. Se vi capita di vederne un ramoscello allo stato selvatico, il miglior augurio è quello di lasciarlo attaccato alla sua pianta per permettergli di continuare a crescere e riprodursi, preferendo invece quelli coltivati dai vivaisti.

Leggi tutto...

Mamillaria: la bellezza e le sue spine

 

Originaria del Messico, la Mamillaria appartiene alla famiglia delle Cactaceae con le sue 300 specie di piante. Grassa e succulenta, ricca di spine, è solitamente di forma cilindrica con un’areola lanosa che somiglia ad un simpatico ciuffetto.

 

Ideale per balconi e giardini, necessita di luce solare diretta per 365 giorni l’anno. Le temperature migliori in estate vanno dai 15 ai 24 °C, mentre nel periodo invernale variano dai 10 ai 13 °C.
Attenzione, ponete a riparo le piante evitando che si bagnino se le temperature scendono al di sotto della media!

 

Il terreno che consigliamo deve essere poroso, formato da terra e materiale drenante come lava, sabbia o pomice mescolato con giuste quantità.

 

Innaffiate costantemente da aprile a settembre, assicurandovi prima che il terreno sia secco, e interrompete tra ottobre e marzo. Affinché cresca bene e rigogliosamente è necessario il travaso nel periodo primaverile: diamo la possibilità alle radici di scendere in profondità senza alcuna costrizione. Come evitare di pungersi durante l’operazione? Guantoni o fogli di carta ben piegati per ribaltarla e farla uscire dal vaso. Step successivo è quello di porla nel nuovo vaso che la ospiterà, evitando di innaffiarla per almeno una settimana, in modo che le radici danneggiate possano cicatrizzarsi.

 

Applicate questi piccoli consigli e vedrete fiorire la vostra pianta per tutta l’estate!

 

Leggi tutto...

Funghi: sapore d’autunno

Scarpe da trekking, bastone, coltello e si parte alla ricerca dei funghi!

Come momento migliore per la raccolta, gli esperti consigliano le ore del primo pomeriggio in cui si può beneficiare delle condizioni di luminosità e del terreno asciutto e non più umido di rugiada.

Il periodo ideale è tra metà agosto e ottobre e il tesserino rilasciato dall’ufficio provinciale è obbligatorio per coloro che intendono svolgere questa attività.

Il Corpo Forestale dello Stato elenca undici punti guida per trascorrere in sicurezza l’escursione nei boschi:

1. Documentarsi sull'itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie abilità fisiche e psichiche;

2. Comunicare i propri spostamenti prima di intraprendere l'escursione;

3. Evitare di inoltrarsi da soli nel bosco, la presenza di un compagno è garanzia di un primo soccorso;

4. Prima della partenza, consultare i bollettini metereorologici e osservare costantemente sul posto l'evoluzione delle condizioni atmosferiche. In caso di mal tempo non sostare in prossimità di alberi, pietre ed oggetti acuminati perché potrebbero attirare fulmini;

5. Scegliere l'abbigliamento e l'attrezzatura adatti all'impegno e alla lunghezza dell'escursione: si consigliano calzature da trekking, cellulare, lampada e coltello;

6. Se non si è certi della commestibilità del proprio raccolto, effettuare un controllo presso gli Ispettorati Micologici delle Aziende Sanitarie Locali;

7. Il raccolto giornaliero non deve superare il limite previsto per legge (circa 10 kg);

8. Non utilizzare rastrelli o uncini che possano danneggiare il micelio (l’apparato vegetativo dei funghi);

9. Pulire immediatamente il fungo dai residui di rami, foglie e terriccio per garantire la sua integrità;

10. I funghi raccolti devono essere trasportati in contenitori rigidi ed areati. L'utilizzo di sacchetti di plastica non permette infatti la diffusione delle spore fungine nel bosco. La mancanza di aerazione causa il deterioramento del prodotto;

11. In caso di necessità contattare il 1515, numero di Emergenza Ambientale del Corpo Forestale dello Stato.

Leggi tutto...

Zamioculcas: un angolo sempreverde!

La zamioculcas è una pianta succulenta sempreverde, originaria dell’Africa. Grazie alla sua facilità di coltivazione e alla bellezza delle sue foglie verdi e lucide, è spesso la grande protagonista di salotti e appartamenti.

La sua crescita è molto lenta e non supera mai i 70 cm di altezza. I suoi fiori si riuniscono in infiorescenze gialle che necessitano di condizioni ideali per potersi sviluppare anche in appartamento.

 

Habitat e cura della Zamioculcas

Grazie alla sua resistenza, è una pianta che si adatta facilmente all’ambiente da appartamento, nonostante tema le basse temperature; il suo clima ideale non dovrebbe mai scendere al di sotto dei 15° C e non superare i 30° C. Proprio per questo, in estate può essere tenuta all’aperto, mentre in autunno e in inverno sarebbe meglio tenerla all’interno per proteggerla dalle intemperie.

Si adatta a condizioni di buona e scarsa illuminazione, ma non ama la luce solare diretta. L’annaffiatura è direttamente proporzionale alla sua esposizione alla luce: se si trova in zone molto luminose allora avrà bisogno di molta acqua, in particolare nel periodo primaverile-estivo, durante il quale sarà sufficiente lasciar asciugare la superficie del terreno prima di procedere ad una nuova annaffiatura. Evitate invece i ristagni nel sottovaso!

Si tratta di una pianta che si adatta facilmente ad ogni tipo di terreno, pur preferendo quelli soffici e che consentono un facile rilascio dell’acqua in eccesso.

Non necessita di una particolare potatura, purché vengano eliminale le foglie secche e danneggiate, per evitare il rischio di malattie e parassiti.
Nel caso in cui le foglie comincino ad ingiallirsi e a cadere frequentemente, è possibile che si tratti di un sintomo di annaffiature troppo abbondanti.

Seguite queste semplici indicazioni e state attenti a non eccedere con acqua ed esposizione al calore. La zamioculcas è una pianta dalla grande capacità di resistenza e difficilmente avrà problemi ad adattarsi, mantenendosi verde e rigogliosa.

Leggi tutto...

CHI SEMINA OGGI RACCOGLIE IN PRIMAVERA

Se avete scoperto solo oggi il vostro pollice verde, non disperate! Esistono tuberi e ortaggi che si prestano ad una semina tardiva e che possono essere raccolti anche in periodo primaverile ed estivo. Il calendario ideale per questa delicata operazione segnala l’autunno e la fine dell’inverno come i giorni migliori, tenendo conto anche dell’incontro delle fasi lunari. Se avete già provato a cimentarvi nell’arte della coltivazione, ma l’unico frutto raccolto è stato un totale insuccesso, è probabile che i semi che avete scelto fossero già troppo vecchi. Quali semi piantare? Ciascun seme ha un suo specifico periodo di dormienza, influenzato dalle modalità di conservazione che devono sempre tener conto della condizioni di umidità e temperatura. Per capire quali siano i semi in grado di germogliare sarà sufficiente metterli in ammollo in una tinozza con acqua a temperatura ambiente (assicuratevi che non sia né troppo calda né troppo fredda), lasciandoli riposare dalle 10 alle 12 ore a seconda della loro dimensione: i semi che si depositeranno sul fondo avranno più probabilità di germogliare, ma – attenzione – questo facile test non può valere per i semi molto piccoli, perché rimarrebbero comunque a galla. Prepariamo il terreno! Prima di procedere alla semina, bisogna lavorare e fertilizzare il terreno affinché risulti soffice e umido. Se non volete utilizzare un terriccio già pronto, può andare bene anche un mix di sabbia e terriccio universale. In caso di semi molto piccoli sarebbe meglio realizzare un substrato di sabbia grossa e ghiaia sottile, permettendo loro di ricavarsi uno spazio tra gli interstizi che si verranno a formare. Se la superficie lo consente, piantate i semi disponendoli ad una distanza di 3-4 volte il loro diametro. I semi di dimensioni più grandi andranno piantati ad una profondità che sia pari a 3-4 volte la loro dimensione, quelli più piccoli andranno invece in prossimità della superficie. I semi possono essere interrati all’interno di piccole buche o con la tecnica a spaglio, realizzata spargendo i semi e ricoprendoli successivamente con un leggero strato di terriccio. E dopo la semina? Compattiamo il terreno con una leggera pressione per eliminare l’aria e procediamo con una innaffiatura estremamente delicata, aiutandoci con uno spruzzino per non smuovere il terriccio sotto cui riposano i semi. Per tutto il periodo di attesa della geminazione bisognerà mantenere il terreno costantemente umido e mai troppo bagnato. Prima di veder spuntare i primi germogli bisognerà attendere da una a 5 settimane, con tempi diversi da pianta a pianta. Con un po’ di pazienza e tanta attenzione, vedrete presto i primi frutti della vostra semina. Buon raccolto!

Leggi tutto...

Peperoncino: il gusto delle spezie coltivate in casa

Il peperoncino appartiene alla famiglia delle Solanacee. È una pianta originaria delle Americhe, mal tollera il freddo e, proprio per questo, in Italia si è diffusa soprattutto al meridione

I suoi frutti colorati sono un modo tutto naturale per rallegrare balconi e davanzali, oltre ad essere un ottimo insaporitore per piatti dolci e salati. La coltivazione in vaso, soprattutto se fuori stagione, è particolarmente consigliata perché offre la possibilità di spostare la vostra piantina per consentirle un’adeguata esposizione al sole e la giusta protezione dal freddo dei primi giorni d’autunno.

Semina e crescita del peperoncino

Più che dal periodo e dalle stagioni, la semina dipende dal clima e dalla latitudine in cui ci troviamo. Le condizioni ideali dovrebbero garantire un calore ed una umidità ben bilanciate, differentemente sarà più difficile ottenere i nostri frutti.

Se volete cimentarvi nella semina e nella cura di una piantina di peperoncino, molto probabilmente dovrete procedere alla “semina in anticipo” che si effettua nel periodo tra gennaio e marzo. Clima ed illuminazione devono essere costantemente controllati così da favorire la crescita di almeno 20-30 cm entro l’arrivo dei primi caldi, periodo in cui sarà possibile trapiantarle o lasciarle crescere anche all’aperto.

Per porre sin da subito le basi di una buona crescita, il terriccio da semina dovrà avere una buona leggerezza, una moderata percentuale di torba ed un PH leggermente acido. Per essere sicuri che sia finemente sminuzzato, basterà evitare le zolle più grandi e passare il resto ad un setaccio a trama larga.

Non tutti sanno che per ogni vaso è necessario piantare un solo seme di peperoncino; interratelo a 5 millimetri circa e ricopritelo con un po’ di terriccio.

L’innaffiatura deve essere frequente e con acqua a temperatura ambiente, stando attenti ad evitare di smuovere troppo il terreno e a non creare ristagni. È molto importante che il terreno non si asciughi mai del tutto.

Pulite spesso la piantina eliminando foglie e frutti secchi, prendetevene cura e riuscirete anche voi ad ottenere la vostra piccola riserva di peperoncino fatto in casa!

Perché brucia?

In realtà, il bruciore che avvertiamo mangiando il peperoncino è una falsa sensazione dovuta ad alcune sostanze - dette capsaicinoidi - che agiscono sui termoricettori della bocca, in proporzione diversa a seconda dei diversi esemplari della specie. Wilbur Scoville, chimico statunitense, fu l'unico ad ideare una vera e propria scala di misurazione della piccantezza.

 

 

 

 

Leggi tutto...

Bianco, rosa, rosso e porpora: tutti i colori di un nome, Erica!

L’erica è una pianta sempreverde, appartenente alla famiglia delle ericaceae. È diffusa in gran parte dell’Africa e dell’Europa e vanta un gran numero di specie assai differenti tra loro, che colorano sia i giardini che le zone boschive particolarmente umide. Per la maggior parte si tratta di piante tappezzanti che non superano i 25-35 cm di altezza, ma ne esistono anche di più grandi, che possono raggiunge i 150-180 cm.

Le sue foglie sono simili ad aghi carnosi sorretti da fusti legnosi e scarsamente ramificati che fioriscono in autunno o in primavera. Ciascuna specie presenta una fioritura differente, ma tutte presentano dei boccioli minuti e generalmente a forma di piccola campana.

Come proteggerla da parassiti e malattie?

I principali problemi di salute dell’erica sono provocati da errate condizioni di coltivazione, che portano allo sviluppo di muffe come la botrite. Un terreno troppo bagnato soffoca le radici, mentre un’esposizione eccessivamente soleggiata può far seccare del tutto la pianta o favorire lo sviluppo di parassiti come acari e cocciniglie che si nutrono del fogliame.

Dai semi alle talee: piantiamo l’erica!

Le eriche producono tantissimi semi di dimensioni davvero ridotte, ma non tutti sono fertili. Per permetterne la propagazione è necessario prendere alcuni rametti da piante sane e particolarmente rigogliose, escludendo quelli già fioriti o che presentano dei boccioli. Asportate le foglie nella parte bassa del rametto (più o meno un terzo della sua lunghezza) e immergetelo in un terriccio ben annaffiato, composto per una metà da torba e per l’altra da sabbia.

Le talee andranno tenute in un luogo luminoso, ma sufficientemente ombreggiato, con una temperatura minima che non dovrà mai scendere sotto i 10°c.

Innaffiatele regolarmente solo quando il terreno è del tutto asciutto e vedrete fiorire i primi nuovi germogli!


Ricordate di posizionarla in un luogo riparato ed evitate di esporla ai raggi solari diretti durante i mesi estivi. Dopo la fioritura primaverile potiamola per rigenerarla e vedrete che i suoi fiori saranno più ricchi di prima.

Leggi tutto...

Immergersi in Natura

Contro ansia e stress addio farmaci, ci pensa la Natura a rigenerarti!

Diversi gli studi hanno attestato i reali benefici per chi decide di staccare la spina dalla frenetica quotidianità e di immergersi in natura. Osservare e ammirare il suo respiro e movimento, vivere in semplicità e seguire ritmi sani favorisce la funzionalità del sistema immunitario, abbassa la pressione sanguigna, riduce lo stress e dona armonia a corpo e mente.

Un buon proposito per il fine settimana.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS