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Articoli filtrati per data: Maggio 2025

Kalanchoe Calandiva: succulenta bellezza

La Kalanchoe Calandiva o, semplicemente, Calandiva, è una succulenta dal portamento eretto, e foglie carnose dal margine dentato.

La sua massima altezza arriva fino a circa 30 cm in vaso e 50 cm in piena terra.

La fioritura spontanea avviene in primavera, periodo durante il quale produce fiori di colore rosso vivo. In alcuni casi, la fioritura viene forzata per raggiungere il suo picco massimo a Natale.

Durante tutta la primavera-estate, almeno ogni tre settimane, è necessario aggiungere un fertilizzante liquido per succulente all’acqua d’annaffiatura. Proprio nell’arco dei mesi più caldi, bisogna annaffiare abbondantemente, dando al substrato il tempo di asciugarsi.

Tra l’autunno e l’inverno, la Calandiva ha bisogno di una composta di terra leggermente umida. Il terriccio va fatto asciugare molto bene tra un’annaffiatura e l’altra, dato che questa pianta teme particolarmente gli eccessi d’acqua, mentre sopporta molto bene la siccità.

Potatura? Sì, ma limitata solo agli steli sfioriti, da tagliare al di sopra del primo paio di foglie.

La temperatura dell’ambiente in cui si trova non deve mai scendere sotto i 10°. Tuttavia, la presenza di un clima caldo e secco può portare a frequenti attacchi da parte della cocciniglia; in questo caso va adoperato un prodotto specifico da richiedere presso il tuo vivaio di fiducia.

Ogni due anni, generalmente, il vaso che la contiene inizia a diventare troppo piccolo; è questo il momento di effettuare il rinvaso, con un terriccio da giardino, terra di foglie, torba e sabbia grossa.

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Ph. wikimedia

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Curcuma: molto più di una spezia

Molti di noi conoscono la curcuma per il suo impiego nella cucina asiatica e indiana. Questa spezia è ricavata dalla Curcuma Longa e viene utilizzata come principale insaporitore di molte pietanze.

Grazie alla sua bellezza e ai suoi fiori di lunga durata, il genere Curcuma è molto apprezzato dai fiorai e vivaisti. Tra le sue quasi cinquanta specie, le più diffuse sono la curcuma alismatifolia e la curcuma longa.


Cure di base: annaffiature ed esposizione

Nel periodo tra primavera ed estate, la curcuma ha una crescita attiva, mentre già a partire dai mesi autunnali, i suoi rizomi entrano in riposo; in quest’ultimo caso, è necessario posizionare la pianta in un ambiente asciutto e con un clima fresco.

La pianta ha bisogno di una buona esposizione solare, evitando però i raggi diretti.

L’annaffiatura, nel periodo primaverile/estivo, dev’essere sufficientemente regolare da mantenere il terreno umido, evitando il ristagno idrico. Per favorire le migliori condizioni di crescita e salute, è possibile nebulizzarne di tanto in tanto le foglie, così da ricreare l’ambiente tropicale da cui trae le sue origini. In autunno è necessario sospendere le annaffiature non appena vedremo ingiallire le foglie, lasciandole seccare del tutto.

La curcuma non necessita di potatura, ma solo dell’eventuale eliminazione delle foglie invecchiate e ormai secche.


Terreno e concimazione

La combinazione ideale per la coltivazione della Curcuma è fatta da torba, sabbia e terriccio. Dalla nascita dei primi germogli, bisognerà concimare regolarmente ogni due settimane, fino all’ingiallimento delle foglie.


Parassiti più comuni

La curcuma è soggetta ad attacchi da parte di afidi e ragnetti rossi. Per prevenire il problema, è possibile aumentare la frequenza delle nebulizzazioni sulla chioma, ma quando è già troppo tardi, occorre adoperare un acaricida specifico.

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Calluna vulgaris: origini e cure

La Calluna vulgaris, conosciuta anche come brugo, è un arbusto perenne di piccole dimensioni (massimo 50 cm di altezza) appartenente alla famiglia delle Ericacee.

Come prendersene cura

Il Calluna ha bisogno di un terreno acido e ben drenato. Soffre le alte temperature e per questo è necessario porla a riparo dal sole diretto nelle ore più calde. Se pensi di piantarla in giardino, preferisci gruppi folti rispetto ad una singola pianta e fai in modo che si trovino al riparo sotto la folta chioma di un albero che possa preservarla dal sole.

Il suo sviluppo e una crescita sana non richiedono l’impiego di concimi o fertilizzanti grazie alla sua natura infestante.

Il periodo di fioritura va da fine luglio a novembre, al termine del quale le foglie diventano scure e marroni, pur rimanendo attaccate alla pianta per i mesi invernali.

Origini ed etimologia

“Calluna” deriva dal greco “pulire” ed è quasi certamente dovuto al fatto che, anticamente, questa pianta venisse utilizzata per ricavarne delle scope.
L’aggettivo “vulgaris” proviene dal termine latino “comune”, ottenuto da questa particolare specie per la sua grande diffusione. La pianta è conosciuta in Europa, Siberia occidentale, Asia minore e America settendrionale.

Proprietà e utilizzi

Rappresenta una fonte di nutrimento per animali come pecore e cervi, ma le sue caratteristiche l’hanno resa interessante anche agli occhi dell’uomo che ha imparato ad apprezzarla per le sue proprietà astringenti, vasocostrittrici, antisettiche delle vie urinarie, antiinfiammatorie ed antireumatiche.

In cucina può essere adoperata come condimento o grazie ad un infuso ricavato dalle foglie. Restano davvero poche le zone d’Italia che la utilizzano per la produzione di un particolare tipo di miele, molto scuro e gelatinoso, mentre in Europa e in America settentrionale questa pratica è più diffusa.

Ph. by ingaphotography.wordpress.com

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Settembre: i consigli per il tuo giardino

Il mese di settembre è importante per porre delle ottime basi per lo sviluppo delle piante in primavera. In questi giorni puoi continuare a prenderti cura delle tue piante proseguendo con innaffiature e concimazioni.

Cure per il mese di settembre

Vanno rimosse le piante che hanno sofferto il troppo caldo e quelle giunte a conclusione del loro ciclo vegetativo.

Il prato ha bisogno di maggiori attenzioni dopo le temperature di agosto. Riprendi le concimazioni e valuta un intervento di risemina nelle zone in cui il manto erboso si mostra più rado e sciupato.

È il periodo perfetto per preparare le aiole delle bulbose che fioriranno in primavera; poniamole a dimora già da questo mese per proteggerle dal freddo invernale. Approfittiamo di questo mese per porre a dimora le nuove piante e gli alberi.

Potatura

Ripuliamo le nostre piante dai rami e dai fiori appassiti, e accorciamo le sempreverdi da siepe dando loro una forma più armoniosa e definita. Dopo ogni potatura, ricorda sempre di ricoprire il taglio con del mastice funghicida per evitare che la pianta sia oggetto di infezioni.

Semina

Le piante da porre in letti caldi o sottovetro sono la bocca di leone, la margheritina, non ti scordar di me, la viola del pensiero e l’alisso, mentre per le semine in piena terra abbiamo l’elicriso, la godezia, l’alisso, il papavero e la bocca di leone.

 

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Settembrini per colorare l’autunno

I Settembrini sono piante appartenenti alla più ampia famiglia delle Asteraceae; originari del Nord America, fioriscono a settembre in maniera abbondante e duratura.

La facile coltivazione ne ha permesso un’ampia diffusione con il conseguente sviluppo di molte varianti di diverse forme e colori. La pianta si sviluppa in veri e propri cespugli, con fiori dal lungo stelo e petali sottili.

Cure & Coltivazione

Proprio per la sua tendenza ad espandersi rapidamente, il settembrino necessita di una buona cimatura nel mese di giugno, nel pieno della sua crescita.

Attenzione! Le asteraceae sono quasi infestanti ed è per questo che bisogna evitare l’eccessiva vicinanza con altre piante.

Si tratta di una famiglia che resiste bene al freddo, ma ha un solo punto debole e riguarda la cattiva circolazione dell’aria che porta la pianta ad avere un aspetto sciupato. Questa malattia, simile alla muffa, prende il nome di mal bianco. Se in buone condizioni, la pianta necessita di poche cure, di un esposizione soleggiata o semi-ombreggiata e di annaffiature regolari che devono avvenire una volta che il terreno si sia completamente asciugato.

Parassiti

I settembrini temono gli attacchi da parte dei parassiti come gli acari che richiedono un trattamento specifico. È possibile procedere manualmente all’eliminazione di cicaline e lumache.

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Lantana: un’eleganza ricca di colore

Il genere Lantana è originario dell’America e dell’Africa. Comprende alcuni arbusti e piante perenni appartenenti alla famiglia delle Verbenacee, ma le specie coltivate in Europa sono principalmente due: Lantana montevidensis (o Lantana selloviana) e Lantana camara.

Le sue foglie hanno una forma ovale e un colore che può variare dal verde chiaro a quello più intenso e scuro; sono ricoperte da venature in rilievo e se spezzate emanano un odore molto forte e persistente.

Le varietà presenti nei vivai sono molto diverse tra loro, a partire dall’altezza che può variare dai 26 cm fino allo sviluppo in veri e propri arbusti ramificati di oltre un metro.

La fioritura della Lantana è sicuramente la sua caratteristica principale. I suoi fiori sbocciano da metà primavera fino all’autunno.  Molte varietà hanno fiori che cambiano colore nell’arco del periodo di fioritura ed è questo il motivo della varietà di colore spesso presente in una singola pianta.

Come coltivare la Lantana

Questa pianta preferisce posizioni luminose e molto soleggiate. La scarsa esposizione al sole ne penalizza notevolmente la fioritura.
Sopporta bene dei brevi periodi di siccità, che però ne limita la crescita, la fioritura e tende a far appassire le foglie. Per proteggerla da questa eventualità, la Lantana va posta al riparo dal vento e annaffiata ogni volta che il substrato di terra si asciuga.

La concimazione avviene da aprile a settembre, ogni 15 giorni circa, aggiungendo del concime per piante da fiore all’acqua di innaffiatura.

Malattie della pianta

In condizioni di clima torrido e scarsa ventilazione, può verificarsi la comparsa di alcuni parassiti come acari o cocciniglie; gli insetticidi vanno utilizzati solo quando a pianta non è in fiore; dovremmo quindi trattare le nostre lantane a inizio primavera.

Fonte fotografica: wikicommons

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Ricetta della Crema al Peperoncino

Grazie alla vitamina C contenuta al suo interno, si dice che il peperoncino abbia innumerevoli proprietà benefiche sulla nostra salute. Ha un forte potere antiossidante e si ritiene sia utile nelle terapie contro raffreddore, bronchite e sinusiteFavorisce la digestione, l'accelerazione del metabolismo e - anche se non è mai stato dimostrato - si dice che appartenga alla categoria dei cibi afrodisiaci.

Ma il peperoncino è anche una tra le spezie più apprezzate e utilizzate in cucina.
Vediamo insieme come preparare una facilissima crema dal sapore tipicamente meridionale:

Ingredienti

- ½ bicchiere d'olio
- 4 spicchi d'aglio
- 300 gr. di peperoncini rossi

Preparazione

Inizia pulendo con cura i peperoncini ed eliminando il picciolo; frullali con aglio e un pizzico di sale fino a quando il risultato ottenuto non sarà una crema molto densa. Lascia riposare il composto all'interno di un colino per almeno 8 ore; in questo modo avrai la certezza di aver eliminato tutta l'acqua in eccesso. Successivamente, passa tutto in un contenitore abbastanza alto ed emulsiona il tutto con l'olio fino a quando non avrai ottenuto la consistenza tipica e cremosa.

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Vinca Rosea: piccola ma resistente

La Vinca Rosea è un arbusto perenne di piccole dimensioni, originario del Madagascar, che può raggiungere fino a 35 cm di altezza.
Questo sempreverde teme il freddo e viene quindi coltivato come pianta annuale. Le sue foglie ovali sono solcate da venature di un verde chiarissimo.

Fiorisce da aprile sino alle prime temperature autunnali, producendo dei piccoli fiori a cinque petali, con un occhio dal colore contrastante. L’abbondante fioritura, in particolare nei mesi estivi, la rende perfetta come pianta ornamentale da giardino.

Esposizione al sole

Si tratta di una pianta che predilige posizioni soleggiate o semi-ombreggiate in aree territoriali con estati molto calde.

Annaffiatura e concimazione

Nel periodo che va da maggio ad agosto, è necessario annaffiarla con regolarità, non appena il terreno diventa asciutto. Ogni 20 giorni è possibile aggiungere all’acqua del concime per piante da fiore.

Terreno

Per crescere e fiorire ha bisogno di un terreno soffice e ben idratato.

Malattie e parassiti

È una pianta che si difende molto bene se coltivata correttamente. I germogli più giovani, anche se raramente, sono soggetti all’attacco da parte di afidi. In caso di umidità o scarsa aerazione può essere colpita da oidio.

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Duranta Repens: un piccolo tocco di colore per il tuo angolo verde

La Duranta Repens è un’arbustiva originaria dell’America Centrale, appartenente alla famiglia delle Verbenaceae.

Le sue dimensioni ridotte e l’aspetto delicatamente armonioso la rendono una perfetta pianta decorativa, ma è il suo colore tipicamente azzurrino e violaceo a distinguerla dalle altre specie cespugliose.

Il suo nome è un omaggio a Castore Durante, uno dei più famosi botanici italiani del XVI secolo.

Coltivazione e temperature

È una pianta che non tollera le basse temperature. Per questo, soprattutto durante il periodo invernale, dev’essere posta a riparo dalle correnti più fresche, anche con temperature miti. Proprio per questo è molto indicata la coltivazione in vaso.

In ambienti caldi, oltre i 16°C, la pianta riesce a mantenere le sue foglie al pari di una sempreverde.

Esposizione alla luce

La sua coltivazione richiede un’esposizione in pieno sole, che sappia garantirle almeno 5 ore di luce al giorno per permettere una fioritura rigogliosa.

Innaffiatura durante l’anno

Da aprile e per tutto il periodo di fioritura, la Duranta Repens richiede innaffiature regolari che lascino al terreno il tempo di asciugarsi. In inverno bisogna invece diminuire la frequenza di irrigazione.

Terreno e concimazione

Preferisce i terreni soffici che favoriscono il drenaggio ed evitano i ristagni, ma è in grado di adattarsi facilmente.

Durante il periodo invernale, la fioritura può essere supportata da un concime ricco di azoto e potassio, mentre nel periodo di piena sostituzione basta aggiungere del fertilizzante per piante da fiore all’acqua di irrigazione.

Parassiti e malattie della pianta

Teme il ristagno idrico e il marciume dell’apparato radicale che è possibile evitare con uno strato di ghiaia sul fondo del vaso. È soggetta agli attacchi da parte di afidi e cocciniglia che possono essere eliminati con l’utilizzo di insetticidi in capsule.

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Stephanotis: il Gelsomino del Madagascar

Conosci lo Stephanotis?

E se ti dicessi che si tratta di quella deliziosa pianta rampicante, dai piccoli fiori bianchi e profumati, che non chiamiamo Gelsomino?

Nonostante venga spesso utilizzata per decorare muri e ringhiere, lo Stephanotis è del tutto sprovvisto di viticci che gli consentano di aggrapparsi ad una qualsiasi superficie. Se vogliamo utilizzarli come rampicanti, dobbiamo provvedere noi stessi a legare la pianta per darle il portamento regale che tanto l’ha resa famosa e apprezzata tra gli appassionati di giardinaggio.

La Stephanotis Floribunda è la sua variante più nota ed è originaria del Madagascar.

Fioritura del Gelsomino del Madagascar

In condizioni normali, la pianta fiorisce in primavera e prolunga la sua fioritura per tutta l’estate. Il suo frutto impiega circa un anno per raggiungere la maturazione completa, non è commestibile e contiene al suo interno dei semi piumati.

Temperatura ed esposizione

Nonostante sia una pianta di facile coltivazione, la sua origine tropicale la porta ad avere la necessità di ambienti caldi e umidi. Ama la luce, ma non tollera l’esposizione diretta al sole.

Nelle stagioni calde sarebbe meglio mantenere le temperature intorno ai 21°C, mentre in autunno/inverno non devono scendere sotto i 13°C, se non per brevissimi periodi.

Annaffiatura, terreno e concimazione

L’annaffiatura generosa deve permettere al terreno di mantenersi sempre bagnato nel periodo primaverile/estivo, mentre con l’arrivo del clima freddo dev’essere appena umido. In entrambi i casi, la pianta non tollera i ristagni idrici e l’acqua calcarea.

Il rinvaso va effettuato ad inizio anno, scegliendo dei vasi via via più grandi, con una crescita graduale fino ad un massimo di 20 cm. Il terreno ideale è un mix tra terriccio fertile e sabbia grossolana, così da favorire il drenaggio.

La concimazione dello Staphanotis è prevista durante il periodo primaverile ed estivo, aggiungendo del concime liquido all’acqua d’irrigazione, ogni due settimane.

Accortezze per la potatura

Ad inizio della primavera vanno eliminati gli steli troppo lunghi. A taglio effettuato noteremo subito un’abbondante fuoriuscita di latice, da tamponare con acqua fredda.

Gli attrezzi per la potatura vanno sempre disinfettati precedentemente, meglio se sulla fiamma.

Fonte fotografica: flowersbg.net

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